Anche se la lingua italiana la parola sogno ha diverse significati, oggi vorrei affrontare questo argomento nella sua accezione più vera, quella dell’attività che si svolge di notte.
Il sogno è quello strano posto che tutte le notti abitiamo ma di cui ricordiamo molto poco al risveglio. Magico oltre che strano dato che lì non vale alcuna delle leggi che governano il nostro stato di veglia, non la legge di non contraddizione per cui una cosa non può essere se stessa ed il suo contrario. Non le leggi di spazio e tempo dato che nel sogno un “personaggio” può essere in più spazi e più tempi contemporaneamente: archeologia e futuro. O addirittura l’attore può nascondere contemporaneamente più personaggi. Nel sogno, se lo vediamo come un film, noi siamo sia il regista, il direttore della fotografia, chi fa la sceneggiatura, l’attore, lo spettatore e, in fondo, anche chi sta al botteghino del cinema. Il sogno, dobbiamo partire da questa osservazione, siamo noi con il nostro mondo conscio e inconscio e riguarda solo noi che sogniamo.
Se mettiamo insieme tutte le ore che passiamo in questa attività, arriviamo a circa 6 anni in tutta la nostra vita, circa 2 ore al giorno. Più siamo piccoli e più sogniamo; addirittura cominciamo sognare prima di nascere, il neonato circa la metà delle ore che passa a dormire, 16/18 ore al giorno. Dati questi numeri, non stupisce, dunque, che da sempre l’uomo abbia cercato di dare un significato ai vari elementi che compongono questo mondo bizzarro. Lo hanno fatto gli sciamani che consideravano l’attività onirica una Via per entrare in contatto con la Realtà Superiore che governa il mondo anche della veglia. Lo sciamano, infatti, attraverso l’analisi del sogno, indicava la valenza terapeutica, di predizione del futuro o religiosa dello stesso.
Lo ha fatto l’Induismo dove nelle Upanishad leggiamo “Il Sè allorché dorme trascende questo mondo…. Una terza condizione è la condizione di sogno. In questa contempla entrambe le sedi, quella di questo mondo e quella di quell’altro, quello dei morti”
Lo ha fatto l’ebraismo che, nell’antico testamento, riporta 43 sogni e diverse visioni, considerava il sogno come contenitore di messaggi divini o manifestazione della sua volontà; pur non escludendo la possibilità che in questo non fosse Dio ad agire ma una pericolosa illusione. Lo ha fatto l’Islam che nel Corano riporta diversi sogni tra cui la chiamata da Allah attraverso l’angelo Gabriele in sogno; e l’episodio, già citato dall’Antico Testamento, della richiesta del sacrificio di Isacco da parte del padre Abramo; richiesta che nel Corano viene ambientata in un sogno. Ibn Sirin (fine del 7°-inizio dell’8° secolo) raccomandava di interpretare i sogni utilizzando desideri e paure del sognatore, cosa sostanzialmente non molto diversa da quanto proposto, circa 10 secoli dopo, da Jung e da Freud.
Nel Nuovo Testamento abbiamo, in confronto, pochi sogni: solo sei e tutti legati agli avvenimenti legati alla nascita e all’infanzia di Gesù. Nonostante Tertulliano sostenesse che “la maggior parte dell’umanità va debitrice della propria conoscenza di Dio ai sogni”, la posizione della Chiesa riguardo ai sogni fu quella, essenzialmente, di grande prudenza e di sostanziale diffidenza. In questa visione i sogni potevano essere di origine umana, divina o demoniaca.
La storia della società occidentale ha sostanzialmente ricalcato le posizioni della Chiesa. Nel 17° secolo, con il successo di Cartesio, al sogno viene negato ogni valore; visto, com’era, solo come il mondo dei ragionamenti irrazionali e senza significato. Il sogno viene a perdere qualunque valore conoscitivo perché non riconducibile a qualunque criterio scientifico. Solo alcuni secoli dopo, con la scoperta dell’inconscio da parte di Freud e le valorizzazioni di Jung, il sogno ritornerà ad essere un elemento conoscitivo e terapeutico.
E oggi ?
Le neuroscienze hanno svolto, negli ultimi decenni, un grande lavoro conoscitivo sui meccanismi del sonno e del sogno. Soprattutto tenendo presente che il sogno è, come oggi sappiamo, una attività biologica, non è ipotizzabile che questa attività sia senza uno scopo preciso. Conferma ne è l’osservazione che se privo una persona dell’attività onirica per una notte questa , nella notte successiva, tenderà a sognare di più. Non solo, ma se questa sarà privata dell’attività onirica per molto tempo questa tenderà a sviluppare delle problematiche di tipo psichiatrico.
Oggi sappiamo che quella del sogno corrisponde alla cosiddetta fase REM (Rapid Eye Movements), fase che compare dopo la quarta fase di sonno profondo ed è caratterizzata da impossibilità di muoversi con l’eccezione dei movimenti oculari, da cui il nome. Diverse sono le funzioni proposte dei sogni: “guardiano del sonno”, nel senso che le sensazioni corporee e le emozioni e impulsi dell’inconscio verrebbero integrate, in modo bizzarro, nel sogno per evitare il risveglio dovuto all’emergere di problematiche non “dichiarabili”. Secondo altri, Freud in particolare, il sogno permetterebbe alla mente di esprimere quanto rimosso, perché ritenuto inaccettabile nello stato di veglia, permettendo di riequilibrare mondo dell’inconscio e del conscio; in questo senso sarebbe una specie di psicoterapia dato che permette l’integrazione di questi due mondi: quello della veglia e quello dell’inconscio. Secondo alcuni neurofisiologi il sogno sarebbe lo specchio di quanto il nostro cervello sta facendo, durante il sonno, per integrare l’enorme massa di informazioni che ha registrato durante il giorno al fine sia di consolidare la nostra memoria sia di integrare tali informazioni per utilizzarle in modo complesso; come è stato detto è come il sogno si chiedesse “come posso utilizzare tali informazioni per plasmare la mia vita?” In questo senso, dunque, non deve stupire che il sogno possa trovare la soluzione di un problema su cui ci siamo arrovellati tutto il giorno. Non a caso, infatti, spesso diciamo “dormiamoci su” quando abbiamo un problema. L’aneddotica è piena di esempi di scienziati hanno trovato la risposta a problemi complessi di cui non erano finora venuti a capo. Secondo altri, tra cui il premio Nobel per la scoperta del DNA, noi sogniamo per dimenticare. In sostanza il sogno servirebbe a fare pulizia di ricordi e informazioni inutili o dannosi: un po’ come fa un computer che “ripulisce” la RAM, la memora di lavoro.
Nel prossimo post analizzeremo alcuni tipi di sogni, in particolare di quella attività onirica che chiamiamo sogni lucidi.
Noi abbiamo sogni; non è forse tutta la vita un sogno? Shopenhauer Il mondo come volontà e rappresentazione
Per quelli che sono desti c’è un unico e comune cosmo; ma ciascuno di quelli che dormono si volge al suo proprio. Eraclito, Frammenti
I vostri figli e le vostre figlie profeteranno, i vostri giovani avranno visioni, i vostri anziani faranno dei sogni. Atti degli Apostoli