Non se ne parla per niente, non se ne parla  negli articoli che parlano degli effetti del Covid sulla nostra psiche, non se ne parla nei talk della sera; quello che è certo, però, è che i sogni sono diventati un argomento di tendenza come dimostrato nelle scorse settimane da Google trend, che analizza gli argomenti più di voga del momento; in cui la parola “sogni” e termini correlati come incubi è stata in vetta alla classifica dei termini più cercati . Come è certo che i miei, (solo i miei?) pazienti riferiscono in seduta di sogni più frequenti, più vividi, più strani e a volte con le caratteristiche degli incubi. D’altra parte sembra che realtà e sogni si siano scambiati la scenografia, una si ammanta di simboli onirici: strade vuote, gente con strani maschere, il silenzio che accompagna una vita che cammina al rallentatore; e l’altra è fatta di assembramenti, momenti conviviali, incontri e viaggi, tanti viaggi. Come ha detto qualcuno, stiamo vivendo un incredibile esperimento di massa in cui milioni di persone di diversa età, diversa condizione socio-economica e diversa cultura si trovano intrappolati in una condizione di isolamento più o meno stretto ma certamente diffuso. E i sogni fanno parte a pieno titolo di questa realtà. Come si sogna al tempo del Covid 19? Prima di cercare di dare una risposta a questa diffusa tendenza è bene farsi la domanda perché sogniamo, domanda che ha affascinato da sempre filosofi, religiosi, e scienziati sebbene il tema è difficile da afferrare.
Vediamo le diverse ipotesi fatte:

Il fatto che ci siano così diverse e numerose ipotesi probabilmente ci dice che non abbiamo ancora un modello unificato di cosa il sogno sia e dunque perché sogniamo o, forse più probabilmente, forse il sogno svolge tutte queste funzione accentuandone alcune in certi periodi o momenti della nostra vita. Al di là di tutte le ipotesi comunque, c’è l’idea condivisa che veglia e sogno non siano mondi separati che non comunicano ma piuttosto che questi due aspetti dell’attività della mente si trovino su un continuum e si influenzino profondamente l’un l’altra. È esperienza comune che i sogni, spesso non ricordati, siano capaci di influenzare il nostro umore al risveglio oppure che quanto vissuto durante lo stato di veglia determini il tono dei nostri sogni.

Quella di una modificazione del ritmo, frequenza, contenuti nei sogni sembra essere una costante mondiale. Anche il  New York Times ha dedicato un lungo articolo sul perchè di queste modificazioni.

Allora, alla luce di quanto detto, si sogna di più perché la situazione attuale rappresenta una vera e propria sfida con cui la nostra mente deve confrontarsi. C’è la percezione della realtà di una morte possibile, il senso di insicurezza economica e sociale, il senso di incertezza diffuso,  la globalizzazione della minaccia e dunque l’impossibilità di un posto in qualche modo sicuro, la percezione che il mondo come l’abbiamo conosciuto non ritornerà come era prima.  Se osserviamo l’elenco riportato sopra e lo caliamo nella situazione attuale possiamo ipotizzare alcune funzioni dei sogni in tempo di Covid:

Date queste premesse, è normale dunque che tutti, forse senza saperlo, sogniamo di più e in modo forse ancora più bizzarro del solito.

Allora se sogniamo di più e in modo differente, la nostra mente forse ci sta aiutando a venirne fuori; se non dal Covid 19 almeno dai suoi effetti.

Tranquilli !!Sto lavorando per voi.

 

 

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