Gli effetti dello stress
sul nostro organismo

Come abbiamo visto sinteticamente nella pagina precedente, la percezione di una minaccia o più in generale dello stressor determina l’attivazione e l’integrazione dei cerebrali deputati alla risposta di combattimento/fuga.

In questa figura è sintetizzata la cascata di avvenimenti che portano, partendo dal cervello, all’attivazione delle ghiandole surrenali con successiva produzione di adrenalina, noradrenalina, cortisolo e aldosterone. Queste sostanze determinano, ognuna per la sua parte, la “preparazione” dell’organismo ad una risposta combattimento/fuga. In effetti esiste anche una terza modalità di risposta il freezing di cui parleremo più avanti.

Vediamoli per grandi linee.

Queste sostanze sono responsabili essenzialmente degli effetti cardiovascolari. Esse determinano:

  • Aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa.
  • Aumento della perfusione muscolare, vale a dire aumento della quantità di sangue che arriva ai muscoli.
  • Diminuzione della perfusione a livello cutaneo superficiale.
  • Dilatazione delle pupille.
  • Aumento del tono muscolare.
  • Riduzione della perfusione e motilità gastrica.

Evidentemente, questi effetti sono utili per un organismo che si prepara a combattere o a fuggire. Così, è utile che nei muscoli aumenti la perfusione di sangue ed il tono muscolare per essere più efficienti, ma che alla cute ne arrivi di meno per ridurre le perdite di sangue in caso di ferite; che le pupille siano più dilatate per vedere meglio; che la digestione sia bloccata attraverso la riduzione della perfusione con aumento o riduzione della motilità gastrointestinale in quanto ritenuti non importanti ai fini della risposta combattimento e fuga.

CORTISOLO E ALDOSTERONE

Gli effetti degli altri ormoni surrenalici (cortisolo e aldosterone) si armonizzano con quelli cardiovascolari della Adrenalina e Noradrenalina agendo con un’azione prevalentemente metabolica.

  • Aumento della glicemia per resistenza all’insulina.
  • Mobilitazione dei grassi di deposito per creare energia supplementare.
  • Dilatazione bronchiale.
  • Aumento della ritenzione idrica per aumento del sodio.
  • Inibizione dell’attività sessuale in quanto “disturbo” nell’affrontare una minaccia.

E’ evidente come tutte queste azioni vadano nella direzione della risposta a una minaccia. Così l’aumento della glicemia e dei grassi serve a dare un surplus di energia, la dilatazione bronchiale migliora ossigenazione del sangue, l’aumento dei liquidi prepara l’organismo a un’eventuale perdita di sangue. Esiste dunque una sorta di “sinfonia della risposta allo stressor” che coinvolge tutto l’organismo, a diversi livelli, per prepararlo al combattimento o alla fuga.

Tutto bene, dunque.

Ma cosa succede se la minaccia si prolunga o se a uno stressor se ne aggiunge un altro? Se non riusciamo a entrare nella fase di recupero che, come abbiamo visto, permette all’organismo di reintegrando le energie spese? Se gli effetti di questa “preparazione” perdurano nel tempo?

Se questo succede, ci avviamo, inesorabilmente, verso una situazione di stress cronico con i danni da iperstimolazione del nostro sistema di “combatti o fuggi” che si aggiungono all’esaurimento delle risorse disponibili come abbiamo visto a proposito della gazzella. Vediamoli in sintesi

SISTEMA CARDIOVASCOLARE

  • Ipertensione e Malattie cardiovascolari: L’aumento della pressione arteriosa, dovuta a produzione di adrenalina e noradrenalina, tenderà a diventare cronica con danno sia vascolare che cardiaco. Il fisiologico aumento della frequenza cardiaca, se cronico, porterà all’insorgenza di aritmie cardiache. Tutto questo esporrà dunque anche a infarto del miocardio e ictus cerebrale come risultato di una stimolazione cronica del sistema cardiovascolare.

SISTEMA METABOLICO

  • Diabete e aumento dei grassi: Il già descritto aumento della glicemia porterà ad un aumento significativo del diabete sia insulinodipendente (Diabete tipo1) che insulinoindipendente (Diabete tipo2). D’altra parte l’aumento dei grassi circolanti (colesterolo e trigliceridi) potenzierà ulteriormente i danni cardiovascolari da ipertensione.

SISTEMA OSTEOARTICOLARE

  • Dolori articolari: L’aumento cronico della tensione muscolare porterà facilmente all’insorgenza di mal di schiena, dolori cervicali e lombosciatalgie.

SISTEMA GASTROINTESTINALE

  • Gastriti: La cronica produzione di adrenalina porterà a aumento della secrezione acida dello stomaco con frequente insorgenza di gastriti e vere e proprie ulcere gastro-duodenali.
  • Coliti: Gli effetti dello stress sulla motilità intestinale porterà con elevata frequenza a episodi di coliti con alternanza di stitichezza e diarrea.

SISTEMI VARI: Frequentemente, l’impatto dell’attivazione cronica dei sistemi di risposta può determinare danni in vari ambiti:

  • Disturbi del sonno (Insonnia e/o risveglio precoce, riduzione della qualità del sonno)
  • Disturbi a carico del sistema immunitario
  • Inibizione del comportamento sessuale
  • Disturbi d’ansia e depressione
DATO CHE NON CI SONO leonesse IN GIRO….C’È DA DOMANDARSI ” …MA NON È UN SISTEMA ANTICO PER TEMPI MODERNI?”

In effetti, sembrerebbe proprio così: un sistema “studiato” per una realtà molto diversa da quella con cui ci confrontiamo tutti i giorni. Oppure no? Forse di LEONESSE non ce ne sono ormai tanti in giro, ma di camion sicuramente si.

Il problema, però, non tanto quello di avere un sistema che risale ai nostri progenitori più lontani quanto piuttosto di non lasciare che questo diventi il capitano della nostra nave e che ci costringa a rotte ormai vecchie. 

E in questo senso Porges con la sua teoria polivagale ci da gli strumenti per capire come questo sistema apparentemente vecchio e obsoleto sia andato incontro ad una sorta di manutenzione. Rimandiamo alla prossima sezione per saperne di più.