Halloween ce lo siamo lasciato alle spalle ma…
un grande appassionato di golf va da un sensitivo e gli chiede: “Lei pensa che nell’aldilà ci siano campi da golf?”
il sensitivo risponde:” Torni dopo la prossima luna piena e le saprò rispondere, perché mi metterò in contatto con la mia anima guida e sottoporrò il quesito per conto suo.”
Appena passata la luna piena, il giocatore di golf torna dal sensitivo e gli dice:
” Allora, mi conferma che nell’aldilà ci sono campi da golf? Cosa ha detto la sua anima guida?”
Il sensitivo rispose:
“Beh, ho una buona e una cattiva notizia. La buona: si, ci sono campi da golf; la cattiva è che ha un campo prenotato a suo nome tra due giorni”
Le barzellette, le favole e i “motti di spirito” , come aveva già evidenziato Freud, sono un modo per esorcizzare le nostre paure, anche quelle più nascoste, cercando di riderci su. Infatti, viste da vicino, la loro ambientazione e la situazione illustrate sono sempre drammatiche: morte, tradimenti, malattie, problemi sessuali etc.
Il caso di Halloween è perfettamente sovrapponibile con la differenza che le paure sono sotto le sembianze di mostri, mummie, streghe e schizzi di sangue. Anche il “dolcetto – scherzetto” sembrerebbe un modo per eliminare la paura attraverso il pagamento delle caramelle. Cosa si nasconde sotto questi travestimenti? Di cosa abbiamo veramente paura?. Quali sono i nostri mostri, streghe e quant’altro?
Ci ha pensato una ricerca della Chapman University della California (vedi) che identifica, ai primi posti e nell’ordine, incontrare un rappresentante governativo corrotto, la morte di una persona cara o che contragga il Covid o si ammali gravemente, e manifestazioni violente generalizzate. Evidentemente cose difficili da “illustrare” con un costume. Con Halloween forse esorcizziamo gli scenari che la nostra mente, esperta delle nostre paure e delle nostre debolezze, continuamente ci propina. In altro post ho parlato di “sé narrante”, quella funzione che continuamente ci ricorda e rappresenta, falsamente, passato e futuro; e lo fa con l’abile maestria del più esperto imbonitore capace di mettere in corto circuito i nostri fili scoperti.
Avviene più o meno lo stesso quando la vita ci presenta la necessità di operare dei cambiamenti: “Attento il cambiamento può comportare un danno” oppure “il meglio è nemico del bene”.Dunque diamo retta alle nostre paure.
Questo non è, di per sé, un fatto negativo; forse è la ragione per cui la specie umana è riuscita a sopravvivere nonostante le sue debolezze: la capacità di rappresentarsi i pericoli e gli scenari di rischio. Purtroppo però, la paura attiva fisiologicamente una serie di meccanismi che possono portare, se eccessivi, a conseguenze negative sulla nostra vita, psichica e fisica.
Uno dei meccanismi dalle potenziali conseguenze è il ritenere che se ho paura allora ci deve essere per forza qualcosa di minaccioso “là fuori”. Oppure, l’attivazione del rimugginio, meccanismo che porta in un circolo vizioso per cui l’eccessiva valutazione del rischio aumenta la paura che a sua volta porta a sopravvalutare il rischio, e così via.
C’è una lezione che possiamo imparare dai film horror o da quelli catastrofisti? In questa tipologia di racconti c’è sempre una persona, l’eroe di turno, che si rende conto della situazione dei rischi, che ha paura ma che non si fa fermare da questa. È capace di mettere in atto le azioni necessarie per venire fuori da una situazione di estremo pericolo, che sia la caduta di un asteroide o un’orda di lupi mannari.
… e tornando a Halloween mettiamoci un cappello da strega, bardiamoci con garze insanguinate e travestiamoci da personaggi della serie squid game. É solo un gioco e se serve a ridere delle nostre paure ben venga. In fondo l’autoironia, tratto distintivo dell’Homo Sapiens, è una delle caratteristiche del benessere psicologico.