…. date le premesse del precedente post, vediamo a che punto siamo e dove potremmo trovarci tra qualche tempo. Già adesso utilizziamo senza saperlo queste tecnologie, basterebbe pensare all’assistente virtuale Siri utilizzato dai telefonini della Apple o ai servizi di Google. Questi ultimi, infatti, raccolgono una impressionante quantità di dati, così che spesso riescono a fornire risposte, ancor prima che venga formulata la domanda, essendo in grado di anticipare i nostri interessi, come un tragitto da compiere, il ristorante da scegliere o i prossimi impegni della settimana.
Attualmente l’incontro di Realtà virtuale, IA, nanotecnologie, cibernetica e altro ha permesso di trovare soluzione ad alcuni problemi come la creazione di arti artificiali per persone con amputazione ad esempio di una mano o la stampa in 3D di parti da impiantare come valvole cardiache o pelle artificiale. Sono soluzioni ben note sotto gli occhi di tutti. Ci sono però anche altri usi poco conosciuti di queste tecnologie che sembrano prospettare nuovi campi di intervento. Facciamo qualche esempio: un tribunale di Barcellona ha autorizzato, come pena, l’uso delle realtà virtuale nel caso di persone condannate per aggressione. A questi soggetti veniva fatto “provare” gli effetti delle lesioni provocate ad un altro soggetto: se vogliamo una sorta di occhio per occhio, dente per dente tecnologico. L’aggressore aveva così la possibilità di mettersi nei panni di un altro e di verificare le sensazioni dell’aggredito. Altro campo di utilizzo: con la realtà virtuale è possibile ridurre le sensazioni dolorose manipolando lo schema corporeo del soggetto o della parte in cui viene percepito il dolore. Questo viene già fatto nel caso del trattamento della citata sindrome dell’arto fantasma. Un’altra utilizzazione è quella dell’uso della realtà virtuale nel corso di alcune terapie cognitive, pensiamo ad esempio alle fobie in genere e a quelle sociali in particolare. In questa patologia il soggetto non è in grado di sostenere delle normali relazioni sociali in contesti più o meno grandi. Così i pazienti vengono sottoposti all’evento stressante, come parlare in pubblico, in modo reale e progressivo: è quella che viene definita terapia di desensibilizzazione. E’ però evidente che non sempre è facile creare nella realtà l’evento stressante. Con la realtà virtuale, come riferito dal Prof Bergamasco, e con adatti strumenti, è possibile per il paziente imparare a “vivere” la situazione stressante senza paura sapendo che si tratta sì di realtà ma, appunto, virtuale. Dunque molte sono le utili applicazioni di queste tecnologie già ai nostri giorni. Questa la situazione oggi, ma il futuro?
Come si accennava precedentemente, i computer hanno raggiunto capacità di calcolo e di memoria talmente importanti da aver dovuto introdurre delle nuove misure di unità di informazione come lo Yottabyte e lo zettabyte. Per far capire la mole di dati che tali computer possono maneggiare basterebbe tener presente che 1 zettabyte corrisponde ad un triliardo pari a mille miliardi di miliardi, ed è stato calcolato (non da me…) che se potessimo contare tutti i granelli i sabbia del nostro pianeta questi ammonterebbero a circa 40 zettabyte. Altro paragone che è stato fatto: 1 zettabyte corrisponde a 180 milioni di volte tutta la libreria del congresso di Washington pari a 158 milioni di documenti. E’ normale dunque pensare, ed il giorno sarebbe abbastanza vicino, che i computers possano cominciare ad autoprogrammarsi con tutti i rischi di cui abbiamo accennato nel precedente post. Con tale potenza di calcolo era anche normale che si potesse cominciare a pensare di far interagire in modo diretto computer, IA e cervello umano. A dire il vero siamo andati ancora più avanti, siamo arrivati a concepire l’idea, e a pensare come realizzarla, di poter trasferire “tutto” l’uomo in una macchina in una macchina. E per tutto intendo pensieri, emozioni e i ricordi che rappresentano la base della nostra personalità: dall’odore del dopobarba di nostro padre, il colore degli occhi della nostra prima fidanzatina alle elementari, il numero di telefono e l’indirizzo della casa dove vivevamo da bambini, etc etc.
Ma davvero !?!?!
Se avete dubbi guardatevi questo sito http://2045.com. Nel suo programma troviamo queste affermazioni “creazione di corpi umani artificiali e trasferimento in essi della coscienza di un individuo” e ancora “corpi capaci di sopportare alte temperature, basso tenore di ossigeno, radiazioni, etc e attraverso delle interfacce neurali gli uomini saranno capaci di usare contemporaneamente diversi corpi di forma e dimensioni diverse“. 2045 è una società creata dal magnate russo Dmitry Itskov nel 2011 con il principale obiettivo della “creazione e realizzazione di nuove tecnologie capaci di permettere il trasferimento della personalità di un individuo in più avanzati vettori e di estendere la vita fino all’immortalità”. Il nome della società deriva dall’anno in cui Itskof prevede di realizzare almeno il trasferimento della coscienza di un individuo in una macchina. La cosa degna di nota è che non c’è solo il magnate russo: sono molti i centri di ricerca universitari e privati che, “sotto traccia” sono impegnati nel portare avanti questa ricerca. Quello che mi sembra interessante è come queste non rappresentino delle visioni di uno scrittore di fantascienza ma il segno tangibile dell’investimento di miliardi di dollari. Stiamo creando le condizioni proposte dal Transumanesimo: la liceità e la auspicabilità dell’uso massiccio della tecnologia da inserire nell’uomo per aumentarne le capacità fisiche e cognitive eliminando le limitazioni come malattie e l’invecchiamento fino a creare un uomo “post umano”. Uomo divenuto ormai un ibrido, uomo-macchina, sganciato dall’evoluzione classica di tipo darwiniana.
Strettamente legate a queste tematiche ci sono quelle relative alla possibilità di conservare organismi o tessuti a temperature estremamente basse: la cosiddetta sospensione criogenica. Per quanto possa sembrare strano è una tecnologia che già in uso nella conservazione degli embrioni che sono in attesa di essere impiantati. Certo diversa e più complessa è la conservazione di un intero corpo o della testa di una persona. Tralasciando le modalità tecniche con cui questa viene realizzata, va detto che sono oltre 400 persone le persone che attualmente sono in “stato di sospensione” ed oltre 2000 quelle che si sono prenotate per questa procedura. Attualmente sono ci sono 3 società americane e 1 russa che offrono queste procedure. Volete sapere i costi? 200.000 € per l’intero corpo e 80.000 € per la sola testa: i russi di Kryorus hanno prezzi inferiori.
Evidentemente, questi sviluppi della tecnologia, la creazione di uomo ibrido, la prefigurazione di uno stato di immortalità pongono degli interrogativi molto interessanti già oggi …. in attesa di verificare se la strada intrapresa sarà realmente percorsa.
Nel prossimo post vedremo alcuni di questi interrogativi.
“È giunto il momento di farci carico della nostra evoluzione visto che sta risultando impossibile che la natura stia al passo con l’andamento sempre più rapido della nostra tecnologia, che presto potrebbe produrre un’intelligenza artificiale ‘fattibile’. Potremmo trovarci presto alla mercé di macchine più intelligenti e che non si interessano all’etica”. Scientific American
“Hal va tutto bene?” Nel film 2001: Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick Hal9000 è il computer basato sulla IA che diventa lentamente, diremmo noi, psicotico.